lunedì 21 aprile 2008

trenItalia

Non voglio essere disfattista, non mi voglio lamentare e perciò dirò che le 12 volte scarse che ho viaggiato in treno non mi è mai capitato che ci fossero ritardi sugli orari. Tranne quella volta che siamo stati fermi quasi due ore in un posto imprecisato tra Lazio e Toscana perchè una donna incinta terminale in preda al delirio da parto non voleva scendere dal treno e andarsene a partorire in pace, ma voleva arrivare fino alla Capitale, chè lei si sarebbe trattenuta... In realtà il piccolo figlio della lupa stava nascendo in mezzo alla campagna sui sedili lerci, unti e bisunti dei treni, che se non avessero trascinato via la mammina rischiava di essere mangiato vivo dagli acari. Ecco sono i personaggi che viaggiano sui treni, ancora più interessanti di quelli annidati nei sedili lerci, unti e bisunti, che ti fanno ricordare il tuo viaggio in treno. Come l'altro giorno, ho prenotato il mio posto in extremis, ultima carrozza, in prossimità del wc. Io non sono una schifiltosa per quanto riguarda il bagno perchè ho una vescica a scarsa capienza e quindi pisciacchio un po' ovunque posso. Ma dopo aver visto il via vai di gente che è andata a quel cesso, vi dico che me la son tenuta per tre ore e mezza. Ci vanno molte più donne che uomini, ma gli uomini che ci vanno fan passare la voglia e lo stimolo. Infatti una signora accompagnata dal marito che le passava i fazzoletti, le teneva la porta e le ha tenuto la mano, alla vista del lago fetido si è arrotolata i pantaloni come sampei per poter raggiungere la tazza indenne. Prima di lei c'erano state due donne, due ragazze insieme che come sono entrate in quel tugurio non si sa, un ragazzo non tanto giovane ma pieno di brufoli e un signore anziano che per come stava messo lo chiamerei vecchio, cmq anziano o vecchio aveva problemi di prostata a giudicare dalla frequenza con cui è andato alla toilette. E non eravamo ancora a metà viaggio perchè il bello è successo nella seconda metà del viaggio ad opera di un'anima innocente di più o meno 7-8 anni, di più o meno 55kg che ad un certo punto dopo aver pulito tutto il corridoio con la tutina ha urlato "papà devo fare la cacca". Beh non si sa cosa sia successo, o meglio deve essere successo qualcosa oltre la semplice cacca perchè dopo il piccoletto nel bagno è potuto entrare ripetutamente solo il padre, armato ogni volta di bottiglie d'acqua che all'uscita poverine erano tutte collassate su loro stesse, provate da ingrata funzione,evidentemente non quella di dissetare ugole secche.
Chi per esempio poi, almeno una volta durante il viaggio non attacca a parlare con qualcuno... A me è capitato che uno attaccasse a parlare con tutta la carrozza, ma non ora con un passeggero e ora con un altro, no,ma a mò di predicatore, spiegava a tutti di come un suo maestro tenesse tanto a lui che non glielo dava a vedere, lo lasciava esprimere liberamente e grazie a ciò lui riusciva a dedurre cosa il maestro voleva, poi mi son accorta che avevo sbagliato posto e non ho potuto capire di che tipo di maestro lui fosse allievo. Un'altra volta un tizio con un cane ha attaccato a parlare con me dicendomi che assomigliavo tanto ad una sua amica ballerina di lap dance e precisava di non offendermi perchè era un complimento, ma io non mi sono offesa perchè ci vuol fantasia a scambiarmi per una ballerina e questa va premiata.... Sempre meglio del ragazzotto che ti bussa, ti fa togliere l'mp3 dalle orecchie e ti scambia per la fantomatica cugina di non so chi e poi finge di rimanere sorpreso che "ah, allora non sei di Roma".
I viaggi sui treni sono sempre lunghi ovunque tu stia andando, per questo l'mp3 è indispensabile, ma io sono minimal standard ora la gente si porta come minimo i pc, come max le console di gioco. Qualche volta porto su qualche giornale di quelli che li sfoglio solo per poi conservarmeli e leggerli in bagno, ma una volta ho trovato una signora più indietro di me che per affrontare il viaggio di tre ore e mezza si era portata solo un paninazzo enorme e già mezzo addentato da più parti. Vedendo i miei giornali, ha messo su la faccia da zingarella e mi ha proposto di leggerne uno ciascuno, chè tanto io da sola non li potevo leggere contemporaneamente,in cambio mi offriva di poter sbocconcellare anche io dallo stesso paninazzo di prima.
L'ultima cosa che vale la pena dei viaggi in treno e quando finalmente tocco terra e guardando tra la gente mi ricordo perchè ho viaggiato per tre ore e mezza con personaggi che fuori dai binari tornano normali

mercoledì 16 aprile 2008

Scazzata Andante

Oggi sto un po' così, tra gli strascichi di ieri e le preoccupazioni di domani. Per esempio, catatonizzata dai girolini del latte rimestato nella tazza, ho tutto il tempo di pensare ai tanti soldini spesi negli ultimi giorni, tutte cose necessarie eh, non sono una superflua io, roba come un paio di calze nuove per poter alternare i calzettoni, un po' di necessaire per la toilette e la depilasciòn chè ogni tanto mi capita di farmi vedere in pubblico, sembra poca roba ma per una poveraccia di studentessa invischiata nel corso di laurea più lungo del mondo significa farsi allungare ripetizioni di 20euro da genitori compassionevoli ma quasi scoglionati. Vorrei poter lavorare, ma per questo mi sento in compagnia e come si dice "mal comune mezzo gaudio". Rincuoratami così, mi viene in mente il pensiero felice della giornata, oggi viene la parrucchiera. E' un evento che faccio accadere ogni tot di svariati mesi proprio per non rovinarmi la sensazione di rinnovamento, una sforbiciata per ridare forma al mio taglio che originariamente è glam più corto dietro e quindi più lungo davanti. Ma soprattutto mi faccio il colore perchè il vanto della mia maturità a 25 anni non compiuti sono una decina di capelli bianchi scarsi che però stanno tutti in superificie. Il criterio con il quale decido che è ora di far venire in casa C. la parrucchiera è la frequenza con cui le persone mi guardano in testa mentre parliamo o con la quale mi vedo i fili bianchi anche specchiandomi nei finestrini delle macchine. Al fondo di tutti questi pensieri articolati c'è la preoccupazione di dover chiedere scusa a qualcuno perchè ieri l'ho riempito di "stronzo", ma non è tanto questo quanto l'aggettivo rafforzativo "di merda" che deve averlo disturbato. Io mi pento solo del 25% delle parolacce dette perchè mi hanno insegnato a chiamare cose e persone con il loro nome e quindi se uno stronzo lo fa io glielo dico. Devo trovare un modo per farmi ringraziare per le scuse.

martedì 15 aprile 2008

Un risveglio

Che significa vivere con due gatti in casa a porte e finestre sempraperte e la primavera che incalza. Stamattina stavo dormendo nel tepore delle mie coperte, mi stavo godendo il silenzio della casa e più sentivo silenzio,più mi veniva difficile alzarmi. Ad un tratto mi sono accorta che poco lontano da me si facevano dei rumori, brusii di gatti sovraeccitati e un rumore meno conosciuto che però mi faceva parecchio senso. Mi alzo istintivamente sospettosa, intravedo la coda di Salvo gonfia e agitosa e capisco all'improvviso che il rumore non identificato è uno sbattimento di ali, Salvo gonfia la coda solo quando ha paura. Mi affaccio e c'è Salvo nell'angolo in attesa di scappare, Lapo che si rotola ed emette i suoi versi di guerra e al centro un uccello nero che è entrato grazie alla porta spalancata. Lapo lo prende a zampettate, l'uccello non reagisce, Lapo ancora si rotola su se stesso felice, zampetta e l'altro si sposta un po', poverino... Ma poverina me che sto schifata, consapevole che se non lo butto fuori io rimarremo così tutta la mattinata e consapevole che la mattinata è lunga ed ho tante cose da fare. Salvo si arma di coraggio e mena pure lui la sua zampettata, io cerco di fermare timidamente le due bestie "no Salvo, no, lascialo stare, no Lapo, no" ma non sono padrona dei miei gatti. La zampettata di Salvo però è una palata, l'uccello tenta disperatamente di sottrarsi alle vessazioni e spicca un semivolo nel salone, Salvo scatta terrorizzato verso di me, fa in tempo a rifugiarsi nel corridio in cui mi sono chiusa ridendo come una cretina. Ma faccio in tempo a vedere Lapo che invece si mette a correre verso l'uccello e lo aspetta già al punto di caduta. Sto 5 minuti dietro la porta, io e Salvo ci guardiamo, tendiamo l'orecchio per sentire che accade, io penso che è mezz'ora che stiamo così e che proprio stamattina mi ero svegliata con l'intenzione di studiare e invece sono prigioniera di un uccellaccio e di Lapo che sta giocando... Apro uno scorcio e vedo Lapo che ha ripreso a zampettare l'uccello, quello di risposta salticchia, ma si sta dirigendo verso la porta, forse riesce ad uscire, evviva ho affidato la salvezza della casa ad un gatto che a vederlo sembra un Trudy. Richiudo la porta speranzosa e vedo Salvo, mi spavento un po' perchè nello stato di tensione, nero com'è lo confondo con l'uccello e allora Salvo già scosso di nervi per via dei rumori e degli odori della primavera,si va a nascondere dietro lo spogliatoio, lì sì che nulla lo può raggiungere! Intanto Lapo ha spinto fuori l'uccello e lo rincorre, io mi precipito a chiudere la porta, ormai se ne occupa Lapo di tutto e io finalmente vado a farmi il caffè.